Non è mai facile per la scienza con le sue scoperte inserirsi nella comunicazione del vino malgrado i molti argomenti che sono in grado di apportare fascino nella narrazione dei territori e dei suoi vini. C’è però un tema di ricerca che riesce a superare queste difficoltà, rappresentato dai risultati della genetica applicata alla genealogia dei vitigni che ci consente di ricostruire le rotte, le migrazioni e le contaminazioni dei vitigni che oggi consideriamo autoctoni, ma che in tempi più o meno recenti si sono spostati con i popoli. È sorprendente notare come l’analisi del genoma della vite ci abbia permesso di delineare le linee principali del movimento delle varietà che interessano la penisola italiana. Si può supporre una migrazione dei vitigni arrivati in quello che viene definito il triangolo di acclimatazione, attraverso la Penisola da Sud a Nord, rispettivamente lungo il lato orientale e quello occidentale, senza una connessione dei vitigni lungo i percorsi. Queste informazioni hanno un fascino particolare sulla comunicazione del vino , per lo storytelling e per i rapporti con il terroir. Da un punto di vista del marketing, questo è un punto di forza del made in Italy del vino italiano, che può offrire sul mercato mondiale molti prodotti unici e irripetibili legati ad un territorio.
Lingue evento: Italiano, English
Modalità di partecipazione: In presenza, con ticket wine2wine Business Forum 2022
Professore Ordinario all’Università degli Studi di Milano, insegna Miglioramento Genetico della Vite al DiSAA e Viticoltura di Territorio al Corso di laurea magistrale inter-ateneo nella sede di Asti. È stato responsabile di molti progetti di ricerca nazionali nel campo delle tecniche colturali della fisiologia e della genetica della vite.È autore di oltre 350 pubblicazioni scientifiche su riviste, atti di convegno, manuali e monografie sia nazionali che internazionali prevalentemente dedicati alla vite e alla viticoltura. È anche autore di 23 libri in lingua italiana ed inglese su argomenti soprattutto legati alla cultura ed alla civiltà del vino. È stato Direttore generale dell’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige dal 1985 al 1991. È Accademico ordinario dell’Accademia Italiana della Vite e del Vinoe Socio Corrispondente dell’Accademia dei Georgofili. Durante la sua lunga carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo lavoro di ricerca e divulgazione tra cui il Premio AEI per la ricerca scientifica nel 1991, il Premio Internazionale Morsiani nel 2006 e il premio OIV nella disciplina Viticoltura per il miglior libro scientifico su tematiche viticole e della cultura della vite nel 2003, 2008, 2011, 2012 e 2014. Da giugno 2018 Attilio Scienza collabora anche con Vinitaly International come Chief Scientist della Vinitaly International Academy.
Nel 2021 gli è stato conferito il Premio Masi Internazionale Civiltà del Vino.
Marilisa Allegrini è presidente del Gruppo Allegrini. È stata la prima donna italiana a comparire sulla copertina di Wine Spectator, la più importante e influente rivista del vino al mondo. È da sempre ambasciatrice dei vini Allegrini nel mondo. Partita per gli Stati Uniti all’inizio degli anni Ottanta, è stata una pioniera del vino italiano nel mondo e ha contribuito a far conoscere in tutto il mondo la Valpolicella, meritandosi il soprannome di Lady Amarone. Ricopre diverse cariche istituzionali, tra le quali quella di membro del consiglio di indirizzo della Fondazione Arena, che gestisce l’Arena di Verona, e quella di presidente di ISWA, associazione che riunisce 8 tra le più importanti cantine italiane. Marilisa fa inoltre parte di Altagamma e delle Famiglie Storiche, 13 famiglie produttrici di Amarone; collabora poi con Intrapresae Guggenheim e con la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. L’Amarone Allegrini e Solosole (Vermentino prodotto a Bolgheri) sono i vini d’onore del Museo Ermitage di San Pietroburgo.
Nel 2008 Marilisa ha acquistato a Fumane di Valpolicella la rinascimentale Villa Della Torre, opera di Giulio Romano e Michele Sanmicheli, oggi sede di rappresentanza dell’azienda